Associazione Politeama.
SPAZIO CREATIVO BERNAREGGIO
Siamo un collettivo di artisti
che desiderano costruire
che desiderano costruire
spazi di visioni, di sogni
e di utopie.
vale più del nostro egoismo.
Installazione, Desparesido 40 ritratti, tempera su carta,
Città del Messico, maggio 2018.
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SPAZIO CREATIVO
a Bernareggio MB,
Palazzo Solera Mantegazza
Via Dante 1
aperto da lunedì a venerdì
dalle ore 9.00 alle 18.00
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2025
2021
Ceramica su legno
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Laboratori d'arte
2019-2023
"Ieri sera sono stata alla presentazione dei“Laboratori d'arte” e devo dire che sono rimasta felicemente sorpresa per la bellezza dello spazio, la gentilezza delle persone e anche l’idea di questi laboratori creativi". Maria Josè
Acrilico, sabbia, emulsione e vetro, 80x60.ARCHIVIO
Messico nel 2018
presso Istituto IMJUS
Citta' del Mexico
a Città del Mexico
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Progetto 2018 - 2021
CrossArt
Performance, installazioni e body art.
CrossArt
Nella molteplicità dei linguaggi, sperimentando cinque elementi in uno: installazioni, pittura, musica, teatro e
scrittura, su tre livelli: visivo, corporeo e materico.
Autoritratto, tecnica mista su tela, 80x50.
Facciamo astrazione della nostra identità - non solo della nostra identità personale, ma anche della nostra identità umana, noi che siamo la quintessenza della creazione - ci cancelliamo o, per l'esattezza diamo l'impressione di essere parte integrante di un tutto invisibile...
Acrilico su tela, 30x20.
L'artista allora non è più un genio, ma un essere all'ascolto, anche di ciò che può apparire incomprensibile. E' colui che si espone, che si rovina e sa di essere perduto senza mai esserlo veramente. Anselm Kiefer
Arte Mendicante vuole stimolare ambienti culturali in cui l’incontrarsi e il
raccontarsi ci rende tutti “stranieri”. Questo è il senso del continuo richiamo
di Walter Orioli all’insegnamento di Grotowski nei suoi seminari.
"...Non è il teatro che è necessario, ma
assolutamente qualcos'altro. Superare le frontiere tra me e te: arrivare ad
incontrarti per non perderti più tra la folla..."
Le
parole del maestro Grotowski sono un richiamo urgente alla narrazione di sé e
dell’altro in un contesto in cui i destini individuali e collettivi ritornano
ad essere un campo vivo, sottratto alle logiche di potere e del mercato… Claudio La Camera
Dal primo incontro di Arte Mendicante - Colico (Lc) 3 dicembre 2016
Tra arte e
vita
L'arte è un processo
interiore che scaturisce da una necessità: migliorarsi come uomo, capirsi,
interagire, conoscere, entusiasmarsi.
Il punto centrale è la ricerca della verità';
Jung la chiama Archetipo, i credenti la chiamano Dio, noi la chiamo “la radice”.
Quell'energia dalla quale veniamo tutti e alla quale tutti siamo collegati.
Primo incontro di CrossArt WALK
boschi di Fontanedo, Colico, dicembre 2016.
La strada
da percorrere per estrapolare questo elemento comune è quello di cercare di eliminare il più possibile la
propria soggettività lasciando dispiegare la potenzialità insita nella materia.
Installazione, ferro, plastica legno, piombo, maschera di cuoio colorata, 65x35x30.
L'incontro tra più elementi
tra loro diversi, l'assemblaggio, diventa così il modo di operare preferito
perché è solo grazie all'abolizione dello “stato generale delle cose”,
all'abolizione del nome che queste cose hanno, e alla riformulazione di nuove
connessione che si può riconoscere l'essenza della materia.
Volare, terra, acrilico e vetro su tela, 60x50.
------------"Gli Sposi Promessi"
Città del Mexico, 2 maggio 2018
Istituto di Cultura Italiana
performance durata 40 minuti
1- L’incontro tra i
sessantottini e la generazione di oggi.
Gli ex hanno
imparato nelle lotte la generosità, la cooperazione, hanno fatto trionfare la
solidarietà. Questi sono vizzi che una volta presi non ti mollano più. Sopratutto all'inizio della rivolte studentesche, le azioni dei leader rivelavano una straordinaria qualità retorica e artistica.
I giovani d’oggi sono pieni di “volontà di
sapere” e pronti al disincanto alla “disciplina del desiderio” (Michel
Foucault) carichi di entusiasmo. Desiderosi di inventare il futuro.

2-
Per l’ARTE MENDICANTE l'ostacolo è tutto interno all’uomo.
Propone esercizi spirituali per esistere
infinitamente per riempire il proprio spazio e tracimare, per prendersi il
proprio tempo, per imparare a
dimenticare. Compie tutte le azioni eseguendo il loro contrario (Claudio La Camera).
3- Essere consapevoli
che nella nostra vita quotidiana il personale è anche politico (polis). Andare
verso la gente, esporsi, esporre le opere nel giardino, oltre i cancelli,
oltre le nostre isole, uscire dai laboratori dove ci si chiude per creare.
Progettare la grotta dell’uomo come un gioco per bimbi sani.
Spazio, ritagli di rivista, acrilico, vernice, emulsione su legno, 60x50.
Dove andiamo: si va verso le terre di confine, allacciatevi le cinture di sicurezza.
12 ottobre 2017 isola d’Elba, l’incontro nel castello diroccato di Rio d'Elba. Pietre nei colori del tramonto con Giacomo; 21-22 ott. Lavorazione della creta, dalla forma individuale alla scultura (Colico)); 23 ott. Incontro con l’artista: Alessandro Nastasio (Mi); 5 nov. Colico (Lc) Acqua, argilla e colori, 10,11,12 novembre Camminare per incontrare i monaci al monastero di Piona (Lc), "en plein air" con Giorgio sul Pian di Spagna (Colico), 3 dic. Bagno rituale di foglie, "Morte e rinascita", carboncino e ritratto; 9-10 dicembre "Desidera la roba d'altri".
6-7 gennaio 2018 Colico (Lc), 4-5 febbraio Colico (Lc), 18 - 19 marzo Colico, 7 -8 aprile Colico, dal 28 aprile al 4 maggio Città del Mexico, 16 -17 giugno teatro sociale, 9-10 agosto progetto rifiuti, ecologia dell'accoglienza.
8 marzo 2019 Bernareggio (Provincia di Monza) Museo dello (S)cART+0ore 18.00 intervento poetico di Paola Turoni; 1 settembre inaugura Spazio Creativo, tavola rotonda con Claudio a Camera; Laboratori d'arte aperti alla città.
sulle rovine della cultura
dell’indifferenza
Claudio La Camera, Berlino, 15 ottobre 2016
Claudio La Camera, Berlino, 15 ottobre 2016
Come un demone liberato dal sogno, il
mendicante vive una strada di confine: siamo ovunque stranieri. Siamo i deboli
e distruggiamo ciò che hanno costruito i forti. Siamo i poveri e bandiamo l’etica e la legge della
sopraffazione. Siamo attori del dramma del cambiamento, della tragedia della
coscienza, della farsa della morale. Siamo randagi, viandanti, poeti di un arte essenziale, amorale, scandalosa; siamo forti perché senza potere.
Ci rappresentiamo nella ricchezza della
corporeità, nel patrimonio dell’emozioni, nell’ascolto dell’io e dell’altro.
Non condividiamo visioni estetiche o ideologiche; non condividiamo bisogni
materiali. Costruiamo spazi di visione e di sogno in cui si ripresenta il gioco
assurdo della vita, la realtà sottratta al quotidiano.
L'Arte Mendicante è
invertebrata: rifiuta funzioni sociali e programmi pedagogici. È parassitaria: si infiltra dove esistono fatti umani sfruttando
il privilegio di essere sempre in bilico tra più realtà.
giulia
È astorica per vocazione; smonta il
passato tramandato dal potere e dalle ingiustizie, sottrae all’uomo qualunque
influenza sulla realtà e sul presente, gli assegna una maschera inquietante per
parlare del futuro. riccardo
paola
roberto
walter
alessandro
Chi sono?
Semplice! Sono un artista gentile.
O almeno è così che mi sento, è così che voglio essere.
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O almeno è così che mi sento, è così che voglio essere.
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Poesia di Lawrence Ferlinghetti
Inventate un nuovo linguaggio che tutti possano capire
Arrampicatevi sulla statua della libertà
Cercate di raggiungere l’irraggiungibile
Baciate lo specchio e scrivete quello che vedete e udite
Ballate con i lupi e contate le stelle, incluse le invisibili
Siate ingenui, innocenti, non cinici, come se foste
appena atterrati sulla terra (come in realtà siete, come
in realtà noi tutti sanno), sbalorditi da quello su cui siete stati scagliati
appena atterrati sulla terra (come in realtà siete, come
in realtà noi tutti sanno), sbalorditi da quello su cui siete stati scagliati
....
Impegnatevi in qualcosa al di fuori di voi
Siate militanti. O estatici
Siate militanti. O estatici
Essere poeti a sedici anni vuol dire avere sedici anni, essere
poeti a quaranta vuol dire essere poeti. Siate entrambe le cose
poeti a quaranta vuol dire essere poeti. Siate entrambe le cose
Svegliatevi, il mondo è in fiamme!
Vi auguro una bella giornata
Tutto ciò che è destinato a dimostrare qualcosa,
dimostra in prima battuta il suo esatto contrario
dimostra in prima battuta il suo esatto contrario
Mondi possibili 2, acrilico su carta di riso, 65x80.
Siamo gente semplice, lontano dal potere,
camminiamo scalzi per sentire i sassi sotto ai piedi.
Mondi possibili 3, acrilico su carta di riso, 80x65.
2016 nasce Arte Mendicante
In questo delicato momento sociale,
ci sembra importante ribadire il principio che guida il nostro lavoro
multiculturale: alimentare la coscienza critica
e creare punti di resistenza che ci danno sempre la consapevolezza di
vivere nel rispetto delle nostre differenze.
L’arte mendicante è l’esercizio
quotidiano che ci permette di superare le frontiere tra il “me” e il “te”. Superare
le frontiere fra “me” e “me”, superare le barriere della nostra mente.
Anche i
luoghi hanno un’anima e le anime che si incontrano nei luoghi sono quello che
sono, non si nascondono più, non possono nascondersi più...
È in questi luoghi di laboratorio che ci alleniamo a “gettare
il corpo nella lotta”, a riappropriarci delle relazioni umane attraverso la
drammaturgia dell’incontro. Benvenuti nell'arte mendicante.
Siamo sull’aereo che da Roma ci riporterà a Milano, la
nostra vacanza finisce qua. Abbiamo vissuto paure, delusioni, momenti di
attrito, momenti in cui avremmo dovuto parlare e non lo abbiamo fatto, e
momenti in cui abbiamo parlato troppo senza ascoltarci. Però abbiamo scoperto
un nuovo mondo, e con esso l’idea che i
nostri presupposti non siano né giusti né sbagliati, che essi siano soltanto,
per qualcuno di diverso, l'altro mondo. Personalmente ho imparato che i vecchi
schemi ideologici, di cui abbiamo chiacchierato in questi giorni con Francesco,
un parlamentare italiano in pensione che ci ha tenuto compagnia, siano meno
utili dell’omeopatia e che nel futuro prenderanno sempre più piede approcci
irrazionali, non solo in politica. E ho imparato che l’azione è per sua natura
irrazionale, cioè conserva una sua saggezza che è sconosciuta alla ragione.
Prima di partire dal Messico abbiamo bruciato dei fiori dentro un bidone e
abbiamo cantato una canzone.
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DIARIO DAL MESSICO
di Roberto Ghidini per Gaia
19/04/2018
h 15.05
Ho
più di quarant’anni e attraverserò l'oceano per la prima volta. E non lo
attraverserò per andare nella terra dei sogni, gli USA, ma in Messico, che è un
po’ più in là. Cosa c’è più in là dei sogni? Lo scoprirò venerdì prossimo. Un
giorno anche tu attraverserai l’oceano ma avrà un significato soltanto tuo, il
mio cercherò di capirlo e te lo scriverò. Per ora so soltanto che mi aspetto
una ‘trasformazione’, che è un altro modo di dire che non so cosa aspettarmi.
23/04/2018
h 22.50
Oggi
ho preparato le valigie, il tempo dell’attesa è quasi finito. Questi sono i
giorni in cui fa la sua comparsa qualche piccola ansia. Le ansie Gaia sono
preoccupazioni per lo più infondate. Io per esempio sono in ansia perché temo
di non riuscire a fare il check-in del volo o perché una valigia potrebbe
andare persa. Anche una mia amica è in ansia per me e ha fatto un sogno. Nel
sogno io ho paura e nel bel mezzo della
notte una donna corre a casa mia, ha paura anche lei per me, abbiamo entrambi
paura di qualcosa di brutto che può succedere. Un pericolo imminente. Questo
sogno sembra un presagio. Tipico delle persone ansiose trasformare le ansie in
presagi.
24/04/2018
h 19.20
Abbiamo
deciso di presentarci all’aeroporto tutti vestiti di nero, perché devi sapere
Gaia che il nero è il colore degli attori, non so chi lo ha deciso ma è così.
Io ho anche una bombetta nera che una volta era il copricapo nazionale degli
inglesi e che oggi usano solo gli attori, e i clown. Abbiamo deciso di vestirci
così per dare un po’ nell’occhio, ammesso che qualcuno ci faccia caso, e per
fare qualche foto ricordo. È l’inizio della nostra avventura: un momento da
immortalare. Devo trovare anche un oggetto per completare il costume di scena,
ho pensato di portare una corda.
27/04/2018
h 7.45
Siamo
in aeroporto Gaia, ora c’è solo da aspettare, mi è venuto un attacco di
allergia, non so perché gli aeroporti siano pieni di allergeni: gli allergeni
sono i nemici invisibili che fanno starnutire. Forse perché ci sono tante
persone, e ogni persona trasporta un carico di allergeni, forse perché qui si
incrociano gli allergeni che arrivano dalla pampa argentina con quelli che
arrivano dalla Lapponia. O forse è per via della luce, studierò più a fondo il
rapporto tra luce ed allergia.
27/04/2018
h 18.10 (In Messico è mattina)
Stiamo
attraversando l’Oceano Atlantico, una delle tante prime volte di questo
viaggio. La prima volta che lascio l’Europa, la prima volta che vado così a
Ovest, la prima volta che compilo un visto turistico ecc. Avevo già incontrato
questo oceano in Spagna dove mi capitò di pensare che non era niente di
speciale. Ma se ti piace il mare, cosa che non ho ancora potuto chiederti, è il
posto giusto. Se non fosse che spesso è troppo freddo per fare il bagno, anche
in piena estate, e spesso le onde sono talmente alte da mettere paura. Il mio
posto non è vicino al finestrino, ma quando mi sono alzato per sgranchire le
gambe ho guardato fuori e ho visto due grosse navi viaggiare di conserva, forse
due petroliere, nessuna onda, nessuna nuvola, solo il blu del mare e le due
navi che viste da 10.000 metri d’altezza non sembrano neanche tanto grosse.
28/04/2018
h 06.30 ora messicana
Dopo
24 ore di sole siamo arrivati: c’era il sole quando siamo partiti, c’è stato il
sole per tutto il viaggio, c’era il sole anche all’aeroporto di Città del
Messico. Quel tanto che basta per illuminare il portafogli dimenticato da
Alessandro sull'aereo e lo zaino di Davide con dentro i passaporti che qualcuno
ha ci ha rubato agli arrivi. Questo a dimostrazione che la terra è rotonda, e
che i ladri sono dappertutto. Alessandro ha recuperato il portafogli, Davide
non ha recuperato lo zaino. Ti racconterò delle persone che viaggiano con me
Gaia, intanto ti posso dire che siamo ospitati in una grande casa che sembra
una reggia. C’è un cane da guardia, si chiama Simba, è un cane africano
addestrato per la caccia ai leoni, ma ha paura di tutto, soprattutto dei gatti.
28/04/2018
h 18.00
Oggi
abbiamo visto il centro della città, un posto che non ti fa sentire sicuro. La
gente è povera, ma soprattutto violenta, violenta da secoli, violenta per
consuetudine, violenta mitologicamente, non stupisce che ancora oggi sia il
paese più violento al mondo. In Messico quando qualcuno pensa di aver subito un
torto, si vendica facendo sparire il nemico di un minuto, la ragazza che
tradisce, un socio in affari o il poliziotto impiccione. Stamattina abbiamo
visto un filmato che mostrava una squadra di poliziotti trucidati perché
cercavano di fare il loro dovere. Come puoi immaginare di poliziotti non
corrotti ne sono rimasti pochi, noi abbiamo conosciuto solo quelli corrotti che
ti fermano per una svolta vietata e ti minacciano di sequestrare il mezzo, ma
di solito con 200 pesos ti lasciano andare. Ho imparato un trucco per non
essere derubato per le vie di Città del Messico: cerco un poliziotto nella
folla, mi avvicino, e di là non mi sposto finché non scorgo un altro
poliziotto, salto così da un poliziotto all’altro, sperando che in caso di bisogno
intervengano, i negozi quasi non li guardo.
29/04/2018
h 07.30
Oggi
dovremmo iniziare a lavorare, ammesso che il teatro sia un lavoro. E se lo è, questa esperienza di teatro è un
ben strano lavoro: ce la siamo inventata noi, non ci pagano, e forse andremo in
scena soltanto una volta. Racconteremo agli italiani che vivono in Messico un
romanzo che quando lo leggerai a scuola, perché ti costringeranno, come hanno
fatto con me, ti farà sbadigliare. Eppure io spero che, esattamente come è
successo con me, lo rileggerai, trovandoci dentro un mondo di parole e di
emozioni che non sono da buttare. Molti libri bisogna leggerli due volte, molte
esperienze bisogna farle due volte, nel secondo viaggio si è nudi.
30/04/2018
h 00.40
Prima
di andare a letto abbiamo guardato lungamente la luna, ne avevamo bisogno.
01/05/2018
h 13.50
Devi
sapere Gaia che in questo spettacolo c’è una scena che è la mia scena. Sono
molto soddisfatto per come sta uscendo. È una scena magica anche se, in senso
stretto, non c’è nessun effetto magico. Tu credi nella magia? Hai mai assistito
a un avvenimento magico? Mi sto accorgendo che la magia è dappertutto, e vorrei
che anche tu potessi trovarla nelle cose di tutti i giorni come io la trovo
nelle carte e nelle mani.
03/05/2018
h 09.45
Ieri
abbiamo fatto il nostro spettacolo. Oggi sono più tranquillo e ti posso
scrivere. Intanto il Messico. Non so come immagini questo mondo... Hai visto
Coco? Io l’ho visto in aereo, ecco... quello non è il Messico, o almeno non è
Città del Messico. Dall’oblò si vede una valle sterminata di tetti che va dalle
montagne a nord fino alle montagne a sud. A Città del Messico ci sono pochi
alberi ma c’è un bosco, qui abitano 24 milioni di persone, c’è una strada lunga
43 chilometri e ogni quartiere è una città grande come Milano. Ad ogni incrocio
c'è un poliziotto, uno spazzino e un cane. Il cibo è buono ma per i tuoi gusti
troppo piccante, mettono il peperoncino anche nel gelato e nei leccalecca. Io
però non riesco ad apprezzare la cucina locale per via del mal di pancia che mi
accompagna dal primo giorno. Dicono che sia colpa dell’acqua, che spesso è
cattiva, anche quando è filtrata e purificata. I messicani non sono belli a
vedersi, né gli uomini né le donne, o forse sono bellissimi e noi siamo i
brutti. Ci sono molti indios che parlano lingue diverse dallo spagnolo, tra
queste anche la lingua degli antichi aztechi che abitavano sulle rive di un
gigantesco lago salato prosciugato dai conquistadores. Ieri sera nel sito dove è stata fondata la
città da Hernan Cortés, il capo dei conquistadores, un gruppo di indios
celebrava una cerimonia con tamburi, incensi ed offerte di frutta. C’era anche
una creatura mostruosa ma bellissima, un incrocio tra un coyote e un cappello
di paglia, nel suo sguardo ferito c’era tutta la storia di questo paese.
04/05/2018
h 11.35
Ciao
Gaia, oggi partiamo per il mare, sono consapevole di non averti ancora scritto
nulla dello spettacolo. Il motivo è che non so davvero come sia andata: se bene
o se male, se vale la pena insistere su questo lavoro o se è meglio cambiare
strada, se questo gruppo può esprimere cose migliori oppure no, se è stata un
esperienza fondamentale o se è stato un errore venire fin qua. Stamattina ci
hanno proposto di ritornare, anche se a me fa un po’ ridere, perché a vedere lo
spettacolo non c’era più di quindici persone.
04/05/2018
h 15.05
C’è
stato un ritardo e abbiamo dovuto fermarci mezza giornata in aeroporto. Ne
approfitto per raccontarti le persone che sono sedute qui vicino a me. Paola è
la mia fidanzata, che hai già conosciuto, lei fa teatro perché lo faceva una
volta ma lo faceva troppo intensamente e si è fatta male. Adesso vuole
ricominciare perché è difficile staccarsi dalle cose che ci fanno male. Walter
è il mio maestro, lui fa teatro per curare le persone, ma io non penso che le
persone si possano realmente curare, e neanche Walter. Lucrezia in un'altra
storia era una paziente psichiatrica, lei fa teatro per scoprire il mondo di
cui ha una fame insaziabile.
05/05/2018
h 13.05
Siamo
in un posto chiamato Zihuatanejo, una laguna sull’Oceano Pacifico. Qui vengono
dagli Stati Uniti per fare le vacanze, gli italiani sono animali rari. Sulla
spiaggia principale i pescatori tirano le barche in secca e scaricano il tonno
dalle pinne gialle, che ha veramente le pinne gialle come se fossero dipinte a
smalto. La gente vive poveramente, sulla strada principale giocano a tombola
con i tappi di bottiglia. Le farmacie vendono gli Oreo e la birra, i poliziotti
sono armati di M16 e le ragazze sono più belle che a Città del Messico.
07/05/2018
h 17.50
Ti
scrivo di ritorno da Zihuatanejo. Nonostante tutte le cose successe, che ti
annoierebbero, mi dispiace lasciare questo mare. Abbiamo conosciuto un italiano
che vive qui da vent’anni, non aveva mai visitato il Messico ma voleva cambiare
vita, girò il paese per un mese e quando arrivò a Zihuatanejo decise che era il
posto giusto. Ti ho comprato due magliette, su una c’è uno squalo, sull’altra
un hippy, più difficile trovare qualcosa per tuo fratello che pensa solo alle biciclette.
Stasera ci ricongiungiamo con Claudio che è la persona che ci ospita a Città
del Messico, una figura con poche luci e tante ombre. Davide ed Angela sono già
tornati in Italia, Davide mi sta molto simpatico, ogni volta che vede un’auto
americana curiosa fa una foto e me la manda, io faccio lo stesso per lui.
Domani rientrano dallo Yucatan Jay e Ale, sono giovani e si vogliono bene ma
non possono mettersi insieme perché Jay ha già un fidanzato. In Messico abbiamo
conosciuto altri giovani che fanno i traduttori, traducono in spagnolo le
poesie di Paola e Davide, non c’è niente che amino di più dell’Italia e citano
a memoria poesie che noi a scuola non leggiamo neanche più.
09/05/2018
h 08.10
Ho
paura che la casa che ci ospita sia stregata. Tu credi nei fantasmi Gaia? Ci
hanno raccontato che una donna vestita di rosso ogni tanto fa la sua comparsa
nei corridoi della villa. Una notte siamo rimasti senza acqua perché qualcuno,
non sappiamo chi, ha chiuso la valvola. Il vetro del bagno è caduto sulla strada
sottostante rischiando di tagliare la testa a un passante, Walter ha sentito un
tonfo sul tetto come se fosse caduto un cadavere dal cielo e innumerevoli sono
i rumori, ma anche i passi, che si odono nel bel mezzo della notte. È come se
la casa fosse viva e avesse una sua volontà, è una casa che accoglie ma è anche
una casa che rinchiude. Qui girano la telenovela più seguita in Messico.
10/05/2018
h 17.50
Vorrei
raccontarti ancora un paio di cose interessanti sul Messico. Qui fanno sempre
festa, nei pochi giorni della nostra permanenza c’è stata la festa del bambino,
la festa di Santa Catarina, la festa dei lavoratori, la festa della mamma (che
è sentitissima) e una gara di pesca talmente importante che i primi premi erano
tre pick up ford che si vedono solo nei film di Chuck Norris. Nei ristoranti in
Messico lavorano tantissimi camerieri, ma anche nei bar e dal benzinaio. Si
chiamano “viene-vienes”, vestono la cravatta sotto la tuta, e con una
bandierina gialla invitano gli automobilisti a rifornirsi alla loro pompa, ad
ogni impianto ce ne sono una dozzina. Attraversare la strada è una faccenda
complicata ma con un po’ di pratica si può imparare il senso del ritmo dei
messicani o affidarsi alla loro connaturata gentilezza. Oggi ho assaggiato le
cavallette: sanno di brodo e hanno la consistenza del cartone.
12/05/2018
h 20.00 ora italiana
Cerchiamo gente cocciuta nel segno del arte,
da inserire nel nostro collettivo
auguri per il primo anno di vita di Arte mendicante
RispondiEliminaFu chiesto a un gufo di fare ciò che sapeva. Egli gridò e parlò della stella del mattino
RispondiEliminaHo letto nuove partenze su cui poter iniziare a Sentire qualcosa di personalmente diverso. Grazie, come sempre, alle impronte che lasci.
RispondiEliminaI Mendicanti dipendono dagli altri x la loro sopravvivenza eppure essi sono liberi come chi dipende dipende dagli umori del cielo o dalle stelle della notte
RispondiElimina“Arrampicatevi sulla statua della libertà/ Raggiungete l’irraggiungibile”
RispondiEliminaArrampichiamoci sulla luna...
Buona libertà, mendicanti!
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